La sicurezza sul luogo di lavoro è una tematica di estrema attualità e importanza. Mai come al giorno d’oggi sentiamo la necessità di approfondire la valutazione rischi specifici, che presenta un obiettivo ben preciso, ovvero quello di individuare i potenziali rischi presenti in un’impresa.
La valutazione rischi specifici, quindi, è un modo per operare una corretta prevenzione e per rendere le condizioni di lavoro più salubri. Approfondiamo cos’è, a cosa serve nello specifico e perché è tanto importante con il supporto di Pageambiente, società di consulenza specializzata nell’analisi e valutazione dei rischi specifici.
Quali sono i rischi che esistono in azienda?
Grazie alla consulenza valutazione rischi specifici, il datore di lavoro ha la possibilità di comprendere quali sono gli effettivi rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori nell’impresa, a quali rischi sono esposti, inclusi quelli derivati dallo stress. Sappiamo che, di base, ne esistono tre tipologie:
- Rischi per la sicurezza: in questo caso rientrano molteplici aspetti, tra cui le macchine, gli impianti, le apparecchiature con cui i dipendenti vengono a contatto ogni giorno. Possono verificarsi incidenti o infortuni legati alle attività lavorative, quindi è fondamentale uno studio approfondito per introdurre i Dispositivi di Sicurezza e Protezione Individuale in azienda;
- Rischi igienico-ambientali: i dipendenti possono venire a contatto con agenti chimici, polveri, fumi, gas, radiazioni, agenti biologici, virus, batteri, agenti fisici, come il rumore. In base al settore lavorativo, è doveroso effettuare un’analisi del rischio per comprendere come strutturare un ambiente professionale idoneo;
- Rischi organizzativi e psico-sociali: come anticipato, anche lo stress rientra tra i potenziali rischi. Se i ritmi sono usuranti, soprattutto al giorno d’oggi, in cui si sostengono processi produttivi di un certo livello, il dipendente deve essere messo nelle migliori condizioni possibili. Ulteriori aspetti che vengono presi in esame sono le posizioni di lavoro e la ripetitività dei compiti.
Valutazione rischi specifici, cosa dice il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro
Per redigere il documento di valutazione dei rischi specifici, c’è la necessità di considerare, in base al settore di appartenenza, tutti gli aspetti che possono potenzialmente arrecare un danno ai dipendenti.
Il punto di riferimento è il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, Decreto Legislativo 81/08, articolato in sezioni e articoli, tra cui luoghi di lavoro, l’uso delle attrezzature di lavoro e dei DPI, la movimentazione manuale dei carichi, le attrezzature, gli agenti fisici, le sostanze pericolose, l’eventuale esposizione ad agenti biologici, la protezione delle ferite da taglio o da atmosfere esplosive.
A quelle che abbiamo accennato vengono aggiunte le valutazioni del rischio stress lavoro-correlato, la valutazione del rischio incendio e la valutazione dei rischi per lavoratrici in stato di gravidanza.
Perché è importante effettuare la valutazione dei rischi specifici?
Prima di tutto, è doveroso dire che la sicurezza sul lavoro è un obbligo: non è una “possibilità”. Tutti i datori di lavoro devono assolutamente prendere le misure preventive per permettere ai dipendenti di svolgere attività e mansioni prevenendo, se non eliminando in alcuni casi, gli infortuni.
E, in effetti, la valutazione dei rischi specifici è finalizzata con lo scopo di prevenire e proteggere. Per chi non rispetta l’obbligo, sono previste delle sanzioni piuttosto pesanti nel D.Lgs. 81/08 e s.m.i. (composto da 306 articoli, 13 titoli e 51 allegati).
Aggiungiamo un aspetto importante: mai come nel mondo attuale la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è in continua evoluzione, anche e soprattutto per l’avanzamento della tecnologia. Siamo messi costantemente alla prova, ma non dimentichiamo mai che è nostro dovere intervenire e garantire condizioni rispettabili ai lavoratori.
Le figure professionali
Chi è il responsabile del documento di valutazione dei rischi specifici (e generali)? Il datore di lavoro, come abbiamo visto, che non può in alcun modo delegare l’attività, ma può ugualmente scegliere di affidarsi a un team specializzato per ottenere una consulenza più mirata.
In alcuni casi, però – sono previsti dalla legge – alla redazione del DVR prendono parte ulteriori figure professionali. Per esempio, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), il Medico Competente (MC) e il Rappresentante dei Lavoratori (RLS).
Le fasi del DVR
Veniamo ora all’ultimo punto, ovvero come si articola la valutazione in sé. Sono previste naturalmente delle fasi, e tutto inizia dal “check up aziendale”, ovvero si effettua il sopralluogo in azienda, così da analizzare le procedure, la formazione generale dei dipendenti, le mansioni, le attrezzature.
Il ciclo produttivo viene passato al vaglio, con l’obiettivo di comprendere a cosa sono esposti giornalmente i dipendenti.
È questo il momento in cui scatta la fase due, ovvero l’individuazione di rischi e pericoli, con particolare focus sui potenziali, su eventuali non conformità e l’analisi dei rischi generali e specifici per ogni tipo di attività svolta dai lavoratori.
Infine, è il momento del piano di miglioramento, che è quello che va a creare il DVR: vengono individuate nuove misure di prevenzione e protezione, oltre a essere programmati, ove necessario, degli interventi con il preciso obiettivo di migliorare le procedure. Al termine, viene rilasciato il documento di valutazione dei rischi relativo al D.lgs. 81/08.