Arriva da Confedilizia un appello per sostenere le nuove attività commerciali: sì alla cedolare secca per gli affitti di negozi e uffici. La richiesta, espressa in un post su Facebook, arriva dal numero uno dell’Associazione Giorgio Testa Spaziani ed è rivolta al Governo, in vista del varo della nuova manovra.
Cedolare secca per gli affitti commerciali, una priorità
Nel post pubblicato dal Presidente Spaziani Testa si legge: “Gli interventi più urgenti sono molti: dalla detassazione degli immobili non abitativi locati all’aumento della deduzione per i redditi da locazione; dalle misure per gli affitti a canone calmierato (stabilizzazione ed estensione della cedolare del 10 per cento, limite alle aliquote Imu-Tasi) alla soppressione dell’Irpef per gli immobili non locati; fino all’eliminazione dell’imposizione sui canoni non riscossi”. Il numero uno di Confedilizia, poi, detta anche le priorità: “commercio e artigianato diffusi”. Questo perché “da alcuni anni, la redditività di questi beni è del tutto inesistente e i proprietari cercano di disfarsene. La somma di ben 7 tributi (Irpef, addizionale comunale Irpef, addizionale regionale Irpef, Imu, Tasi, Registro, Bollo) porta a erodere tra il 60 e l’80 per cento del canone di locazione. Se si aggiungono le spese, si può arrivare al 100 per cento. E poi c’è il rischio morosità”. Tutto ciò determina che “nelle strade delle nostre città aumentano ogni giorno i locali vuoti e spesso abbandonati: se ne stimano 650mila, un terzo del totale”. “È vitale – aggiunge in conclusione il presidente di Confedilizia – intervenire con misure di detassazione, pena l’aggravarsi della crisi del commercio, il crescere del degrado e l’aumento dei rischi per la sicurezza”.
La strada per incentivare nuove attività passa per la cedolare secca
Secondo Spaziani Testa, inoltre, l’introduzione della cedolare secca per gli affitti commerciali sarebbe utile soprattutto per sostenere l’apertura di nuove attività economiche, soprattutto quelle portate avanti da giovani commercianti. Una strada, quindi, per incentivare e incoraggiare gli under 40 che si apprestano a muovere i primi passi nel mondo del commercio.
Cos’è la cedolare secca
La cedola secca, si cui si trova un interessante approfondimento sul portale Guida Fisco, è “un regime agevolato che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva al 10 dal 2014 al 2017, al 15 per cento dal 2018 o 21 per cento a canone libero a seconda dei casi sui redditi derivati da locazione e affitto immobili a uso abitativo”. Questo regime è vantaggioso, sotto diversi punti di vista, sia per l’inquilino che per il proprietario di casa. Infatti, con questo regime la tassazione per il proprietario non avviene più in base al reddito ma solo sul canone incassato mentre. D’altro canto, per l’affittuario diminuiscono i costi del canone mensile da pagare. Quantificando il risparmio, in percentuale, è possibile affermare che con la cedolare secca si riesce a risparmiare il 10 per cento sul canone concordato e il 21 per cento in caso di appartamento affittato a libero mercato. Fino al 2017 il ricorso alla cedolare secca è consentito solo per contratti di locazioni non aziendali, di case a uso abitativo a canone concordato, ubicati in uno dei comuni ad alta tensione abitativa o colpito da calamità naturali.