Con l’avvicinarsi del Primo Maggio – La Festa dei Lavoratori, quest’anno più degli altri anni sorgono spontanee alcune riflessioni riguardo i cambiamenti in atto nel mondo, i quali coinvolgono altresì il mercato del lavoro.
Il mondo del lavoro è in perenne evoluzione e la normativa fa fatica ad adeguarsi a questi cambiamenti. Per fortuna oggi il web ci permette di restare aggiornati facilmente con risorse gratuite come questa guida ai diritti del lavoratore online dove trovare molte informazioni importanti e aggiornate sulle leggi che regolano i contratti lavorativi.
Nuove professioni e smart work
I cambiamenti principali a cui tutti stiamo assistendo e che ci accompagneranno probabilmente ancora a lungo riguardano: la nascita di nuove professioni, una nuova concezione degli spazi fisici e un nuovo modo di intendere il concetto di produttività.
I lavoratori, come abbiamo evidenziato in un precedente articolo, sono ormai consapevoli riguardo la presenza di numerose aziende che dispongono di personale nella quasi totalità in smart work così come sono consapevoli degli ostacoli culturali, organizzativi e strutturali presenti in Italia.
Questi ultimi di fatto rendono ancora difficile nel Bel Paese l’adozione del lavoro a distanza in particolare per le PMI operanti nel settore nella manifatturiera.
Eccezion fatta per le aziende che per evidenti motivi non possono adottare lo smart work, vi sono numerosi settori che, al contrario, stanno subendo numerose trasformazioni.
I cambiamenti e le trasformazioni in atto promettono importanti conseguenze nel mondo del lavoro.
In un recente articolo apparso sul: Sole24ore, viene messo in evidenza come i nuovi occupati dovranno necessariamente stare al passo con i tempi, adeguandosi ai progressi portati dall’intelligenza artificiale e dall’automazione.
Il mercato del lavoro, per via dei suddetti aspetti, sta subendo un cambiamento su scala globale: da un lato stiamo assistendo alla nascita di nuove professioni dall’altro tante di queste stanno scomparendo o diventando obsolete.
Il nuovo lavoratore deve, dunque, stare al passo con i tempi acquisendo competenze specifiche oltre che prendere dimestichezza con le competenze trasversali o soft skills quali: empatia, problem solving, intelligenza emotiva.
Tra le competenze specifiche e maggiormente richieste dalle aziende vi sono:
- Capacità di analizzare dati – la professione del data scientist sembra avere un futuro roseo davanti a se.
- Esperienza e competenza informatica – in particolare la cybersecurity è un ramo verso il quale gli esperti del settore dovrebbero pensare di specializzarsi.
- Competenze in automazione e di conseguenza in intelligenza artificiale.
Se tali professioni sono distanti dalle proprie competenze o dal proprio settore di competenze, si può pensare di approfondire le nuove opportunità offerte dell’economia circolare.
L’esigenza crescente di ottimizzare i processi produttivi per le aziende sempre più orientate verso un consumo zero e un riutilizzo delle risorse, sta portando le organizzazioni a guardare con interesse i professionisti specializzati in tali tematiche.
Dall’analisi si evince che, coloro che già svolgono una professione di tipo digitale beneficiano di un certo vantaggio appartenendo ad un macro-settore che ha ampi e imprevedibili margini di crescita.
Per chi è distante dal settore digital, vi è comunque una buona notizia per coloro che hanno una formazione nel settore socio-sanitario.
Complice la pandemia e l’aumento dell’età media, dal manager socio-sanitario, passando per l’infermiere e fino a chi si occupa di assistere le persone a domicilio, sono tutte professioni che vanno incontro ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro e che presumibilmente saranno richieste in futuro.
Quali cambiamenti nel 2021?
Restando sul tema del lavoro ma riducendo l’arco temporale, proviamo a comprendere quali cambiamenti ci aspettano in questo 2021, cambiamenti che coinvolgeranno la nostra vita di tutti i giorni e che avranno un importante impatto sul mercato del lavoro.
In un articolo presente su ansa.it, uno dei più grandi cambiamenti sarà la presenza della rete 5G su tutto il territorio.
Il 2021, è, dunque l’anno dell’Internet of Everything. Le nuove connessioni velocissime permetteranno alle aziende di compiere un ulteriore passo verso il futuro e di fatto completeranno i processi di digitalizzazione in atto da anni.
Sempre nel 2021 probabilmente inizieranno a diffondersi progetti quali Oculus Rift e Infinite Office di Facebook, progetti che grazie alla tecnologia VR (realtà aumentata) promettono di ricreare un vero e proprio ufficio virtuale, il che renderà il lavoro da remoto e le connessioni digitali tra le persone ancora più realistiche.
Un nuovo concetto di produttività
Si nota, inoltre, una crescente attenzione verso il concetto di produttività.
Il tema della produttività è messo in discussione in quanto, la crescente capacità portata dall’automazione di svolgere quasi ogni tipo di mansione sta portando le aziende a chiedersi: come può l’uomo essere produttivo in confronto all’intelligenza artificiale che è più veloce e più efficiente?
In futuro assisteremo dunque al tentativo di rivedere il concetto di produttività. Le aziende, già da oggi, hanno un chiaro obiettivo: valorizzare abilità come spirito d’iniziativa, creatività e intelligenza emotiva. Queste, infatti, risultano, almeno per ora, le più difficili da replicare per una macchina.
Si può dire, come conseguenza di quanto finora evidenziato, che il lavoro in futuro vedrà sempre più lavoratori esperti e specializzati, in grado di lavorare fianco a fianco con l’intelligenza artificiale.
Ciò spiega il cambiamento presente in molte scuole: CIS GLOBAL a Siviglia, Learn Life a Barcellona o The Mabin School a Toronto, giusto per riportare alcuni esempi, che hanno cambiato il paradigma educativo incentrandolo in un contesto umano-centrico, finalizzato appunto a valorizzare quelle abilità trasversali, vero punto di forza dell’uomo rispetto alla macchina.
Lavoro e benessere
Al fine di valorizzare le abilità trasversali e di rendere il lavoratore idoneo a fronteggiare i cambiamenti, un ultimo aspetto verso il quale le aziende si stanno orientando è: il benessere dei lavoratori.
I datori di lavoro e numerose ricerche sul tema, evidenziano come vi sia una correlazione tra la produttività e il benessere del lavoratore.
Come messo in evidenza dal rapporto “Health and Wellbeing at Work”, la sfida ad una maggiore produttività può essere vinta solo se i dipendenti si sentono bene e sono motivati nel proprio lavoro.
Per questo motivo, complici fattori di forte stress: dalla pandemia al conseguente cambio di abitudini lavorative, in futuro ci si aspetta che le aziende tenderanno a premiare, ricompensare e tutelare maggiormente i loro talenti.