“Non puoi solo chiedere ai clienti che cosa vogliono e poi provare a darglielo. Per quando l’avrai costruito, vorranno qualcosa di nuovo.”
Tra le frasi celebri di Steve Jobs forse questa incarna più di tutte lo spirito di una startup. Ma in cosa consiste nel dettaglio, e come avviarla ?
Startup è il termine inglese che identifica, oggi, un’impresa nuova che lavora prevalentemente sul web. La startup è un’impresa innovativa che opera nei più diversi settori, dal secondario o industriale al terziario e dunque nel commercio, nel turismo, nell’artigianato. Allo scopo di promuovere le imprese innovative che commercializzano beni e servizi ad alto contenuto di tecnologia ma, allo stesso tempo di definire un quadro legislativo organico e coerente, la legge 221/2012 ( e successive modifiche d.l. n. 76/2013 in vigore dal 28 giugno 2013 e d.l. n. 3/2015 convertito in legge n. 33/2015 in vigore dal 26/03/2015) è intervenuta al fine di disciplinare gli aspetti amministrativi, fiscali e giuridici della startup innovativa, diventando in tal senso punto di riferimento per chi si avvia con la propria idea imprenditoriale a diventare una startup innovativa.
Per definizione legislativa la startup innovativa è una società di capitali (srl, srls, spa, sapa, società cooperative) che non opera in un mercato regolamentato e che deve possedere dei precisi requisiti come il fatto che la società deve essere costituita e operare da non più di 60 mesi, che deve essere residente in Italia o in uno degli stati membri dell’Unione Europea, ma con sede produttiva o filiale in Italia, con un totale del valore della produzione annua che a partire dal secondo anno di attività, non deve superare i 5 milioni di euro e diversi altri requisiti (che riguardano la distribuzione degli utili, l’oggetto sociale, etc.)
Tali requisiti qualificano l’impresa come startup innovativa e pertanto fanno sì che l’impresa possa accedere a una serie di agevolazioni fiscali e godere di un regime di semplificazione amministrativa particolarmente incoraggiante per chi si avvia a fare impresa, oggi sempre più difficile in un contesto di saturazione del mercato, di ingresso dei paesi emergenti e di velocità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Chi avvia una startup innovativa riceve un significativo vantaggio in termini di taglio degli oneri d’apertura: non si paga l’imposta di bollo, nè i diritti di segreteria per l’iscrizione al Registro delle Imprese e il diritto annuale alle Camere di Commercio. Dal punto di vista fiscale, significativo è il vantaggio consistente nella detrazione Irpef 19% sulle spese investite per un massimo detraibile di 500mila euro per periodo d’imposta, da mantenere per almeno 2 anni. Inoltre il credito d’imposta del 35% sulle assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato incoraggia particolarmente l’assunzione di personale molto qualificato (specializzati, dottori di ricerca). Inoltre le startup innovative possono praticare il crowdfunding ovvero la raccolta di fondi attraverso piattaforme online (il c.d. finanziamento collettivo).
Come già citato poc’anzi, l’iniziale intervento legislativo del 2012 ha già visto diversi interventi successivi da parte del legislatore, a testimonianza di come il corpus normativo non soltanto ha aumentato gli strumenti agevolativi ma li ha ridefiniti anche in termini di qualità per un miglior sostegno alle imprese.