L’imprenditoria femminile in Campania necessita di crescere (così come da qualsiasi altra parte del mondo). In questo articolo vedremo se sono previsti finanziamenti a fondo perduto per poter avviare un’attività imprenditoriale senza dover capitalizzare il proprio patrimonio.
Nel momento in cui scriviamo, i bandi potrebbero esaurire, motivo per cui invitiamo a controllare costantemente le novità in base al periodo di ricerca.
Attualmente è previsto un bando per agevolare le future donne imprenditrici in Campania, che include dal 50% all’80% massimo di contributi a fondo perduto. Il requisito più importante è che le donne abbiano minimo, il 67% del capitale sociale previsto per costituire l’azienda.
Le linee guida per poter approvare la domanda relativa al progetto imprenditoriale femminile (per sviluppare e far nascere più imprese femminili), sono:
- Aver costituito da meno di un anno (a partire dalla data di ammissione al finanziamento) una impresa femminile.
- Aver aperto da meno di un anno (a partire dalla data di ammissione al finanziamento) partita IVA.
Per il consolidamento e sviluppo delle aziende femminili invece, è previsto quanto scritto:
- Aver costituito da almeno un anno (a partire dalla data di ammissione al finanziamento) una impresa femminile.
- Aver aperto da almeno un anno (a partire dalla data di ammissione al finanziamento) partita IVA.
Il bando prevede una combo tra prestito agevolato (a tasso zero) e contributi a fondo perduto. La durata complessiva è di otto anni, non tenendo in considerazione alcuna forma di garanzia.
In base al concorso scelto, è possibile usufruire di una delle seguenti opzioni:
- Per incentivare lo sviluppo e la nascita delle imprese femminili, è previsto un contributo a fondo perduto per una cifra massima uguale all’80% delle spese da poter ammettere nel progetto (fino ad un massimo di 50 mila euro) e per i programmi d’investimento (fino ad un massimo di 100mila euro). Ed il 50% delle ulteriori spese come programmi ammissibili nel progetto, con budget variabile tra 100 mila fino a massimo 250 mila euro.
- Per il consolidamento e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, il bando prevede un contributo a fondo perduto e l’80% delle spese effettuabili nel progetto, purché l’impresa femminile non sia attiva da oltre 36 mesi rispetto a quando è stata pubblicata la domanda.
Quali sono le agevolazioni previste per l’imprenditoria femminile a livello nazionale
Il bando più interessante nel momento in cui scriviamo, riguarda il cosiddetto Fondo Impresa Donna. La misura è stata inclusa dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per poter aumentare il lavoro autonomo femminile in Italia.
L’accesso avviene tramite domanda diretta ad Invitalia, che potrà consentire l’accesso al credito previsto dal PNRR, il cui ammontare sarà di circa 400 milioni di euro.
Alla domanda potranno partecipare:
- Lavoratrici (donne) autonome;
- Società di persone e cooperative purché il 60% di soci sia composto da donne;
- Società di capitale con componenti e quote CDA di almeno due terzi composto da donne.
- Imprese individuali (purché la titolarità è femminile).
Le spese rimborsabili fanno riferimento ad immobilizzazioni immateriali, materiali, relativamente al personale da assumere (sia a tempo determinato che indeterminato), oppure per esigenze liquide.
Le donne vincitrici del bando, potranno altresì, ottenere fino ad un importo massimo di cinque mila euro per poter redigere un piano di marketing e sviluppare la comunicazione per sviluppare velocemente la loro attività imprenditoriale.
Di settori in forte sviluppo (a livello di imprenditorialità femminile), ce ne sono parecchi: dal mercato immobiliare all’edilizia, dall’agricoltura al marketing, e così via.
Ribadiamo l’importanza di controllare i bandi attivi ed in scadenza costantemente, dato che potrebbero variare in men che non si dica.