La pandemia del Covid-19 ha provocato una grave crisi in tutti i settori, motivo per il quale è stato emanato tra gli altri, un decreto legge atto a garantire una serie di misure urgenti per il sostegno di imprese e lavoratori coinvolti.
A questa legge del 18 dicembre 2020, 3 2012 sono state apportate ulteriori importanti modifiche.
Tali aggiornamenti si possono sintetizzare come la possibilità di rendere più semplici l’accesso a tutte le procedure di aiuto e di anticiparne l’entrata in vigore prevista per il 1 settembre 2021.
In un periodo di straordinaria crisi economica, del conseguente debitamento di tante imprese, il legislatore afferma con convinzione che tale possibilità sia l’unica in grado di fronteggiare tutte le difficoltà causate dalla pandemia
La situazione drammatica si evince dalla dura realtà che vivono molte attività le quali hanno dovuto attenersi alle restrizioni, molti settori tranne quello alimentare, infatti, hanno subito perdite talmente elevate da essere costrette a chiudere. Lo stesso dicasi per i lavoratori soggetti a partita IVA, i professionisti, gli appartenenti a ordini vari.
Un decreto salva debito è l’unico in grado di fornire a tutte le imprese costrette a cessare l’attività, la possibilità di una ripartenza ottenendo la cancellazione dei debiti senza subire spese e in tempi rapidi.
Le modifiche sulla legge 3 2012, sono finalizzate a dare una concreta opportunità di rilancio a tutti coloro i quali hanno subito perdite e profitti, anche nei casi di indebitamento elevati.
L’aspetto più importante delle modifiche riguarda il debito Iva: correggendo la disparità di trattamento tra i soggetti che potevano ricorrere al concordato preventivo, i quali avevano diritto alla detrazione e i soggetti ritenuti non fallibili che potevano usufruire solo della dilazione del debito e non la sua decurtazione, si è posto fine ad una disparità ingiustificata.
Una norma incostituzionale che è stata abrogata da una sentenza, proprio perché le condizioni simili non ammettono discriminazioni.
La riforma, quindi, ha soppresso definitivamente questa ingiustizia, creando condizioni omogenee per tutti i debitori.
Le novità riguardante la legge sono a favore anche dei debiti dei soci responsabili in maniera limitata in una società di persone.
E’ previsto, infatti, che la crisi di una società, sortisce i suoi effetti anche nelle persone che sono responsabili in parte.
Le modifiche apportate, prevedono delle agevolazioni in caso di liquidazione avvalorando la tesi secondo la quale anche i soci con responsabilità illimitata ne debbano usufruire.
Le modifiche alla legge 3 2012 riguardano anche le “procedure familiari”.
E’ inopinabile quanto la crisi pandemica sia stata l’artefice dell’impoverimento e dell’indebitamento di tanti nuclei familiari.
L’art 7 introduce importanti novità in tal senso, prevedendo che gli appartenenti alla stessa famiglia, le persone unite civilmente, i parenti sino al 4 grado e gli affini fino al secondo, possano presentare la stessa richiesta di salva debito nel momento in cui la crisi abbia avuto la stessa origine.
Una nota di particolare rilevanza visto che i debiti contratti da un singolo componente della famiglia, ricadono sull’intero nucleo.
Un altra importante novità è quella relativa al “debitore incapiente”, dando la possibilità a chi non è in grado di restituire nulla ai creditori, di potersi sdebitare a patto che ne possieda i requisiti.
La norma prevede che il debitore possa, una sola volta durante la sua vita, usufruire dello sdebidamento, con l’obbligo del pagamento entro 4 anni dal decreto del giudice. C’è da stabilire quali siano i meriti a cui il giudice debba fare riferimento, pertanto è necessario allegare una relazione dell’organismo competente che evidenzi: le cause dell’indebitamento, le motivazioni che riguardano l’incapacità del debitore a far fronte alle sue responsabilità, l’esistenza di eventuali atti del debitore soggetti ad impugnazione da parte del creditore, ed infine la valutazione dell’attendibilità della domanda stessa. Una volta presa in esame la documentazione e depositata la relazione, al giudice spetta il compito di verificare l’assenza di frodi e quindi concede con decreto la cancellazione del debito.
E’ necessario che indichi, inoltre, i termini e le modalità entro il quale il debitore ha l’obbligo di presentare la dichiarazione annuale relativa alle motivazioni che lo hanno indotto a un tale livello di indebitamento.
I creditori hanno la facoltà di opporsi entro 30 giorni dalla presentazione del documento; spetta al giudice e un apposito ordine collegiale da presentare in Tribunale, instaurare, quindi, un contraddittorio con i creditori.
Gli aggiornamenti della legge 3 2012, apportano importanti novità anche sul “mutuo ipotecario”, stabilendo che il debitore ha l’opportunità di sottrarre il debito contratto per il rimborso del mutuo atto all’acquisto della prima casa.
Una norma molto complessa che in sintesi prevede che il debitore possa avvalersi di adempiere ai suoi compiti, tramite accordo con il creditore, rimborsando le rate a scadere del contratto di mutuo, qualora avesse adempito al pagamento delle obbligazioni o nel caso in cui il giudice lo autorizzi al pagamento del debito per capitali ed interessi scaduti.
Anche un titolare d’azienda può usufruire di tale agevolazione prevedendo il rimborso delle rate del mutuo alla scadenza pattuita al fine di garantire la continuità aziendale. L’organo competente deve assicurare che il credito possa essere risarcito tramite il ricavato della liquidazione del bene e inoltre che il rimborso non vada a ledere i diritti degli altri creditori.
Altre modifiche riguardano la detrazione dei debiti che derivano dai contratti di finanziamento tramite la cessione del quinto dello stipendio, prevedendo che la proposta di piano del consumatore possa defalcare e ristrutturare tutti i debiti derivanti dal trattamento di fine rapporto, dalla cessione del quinto dello stipendio, o dalla pensione.
Una novità importantissima in quanto i creditori possono usufruire di risorse che possano avvantaggiarli specie quando le utilità comprendono anche la retribuzione da lavoro.
Le modifiche salva debiti della legge sono fondamentali per la ripartenza di tutte le persone fisiche e giuridiche che hanno subito gravi ristrettezze economiche a causa della pandemia.
La possibilità per i professionisti quali avvocati, commercialisti, di affidarsi a procedure più semplici e poco costose per assistere i propri clienti.