Nel momento in cui si arriva vicini all’età da pensione quello che si fa è capire quanti soldi si prenderanno in base ai contributi versati. Ma perché è importante fare un bel calcolo di simulazione preventivo? Cosa bisogna sapere?
Perché è importante simulare la quota pensionistica?
Finalmente è arrivato il momento di poter lasciare il lavoro e andare in pensione. Ma in tutto questo bisogna anche pensare alla quota pensionistica che si andrà a percepire, in base agli anni di contributi versati.
Simulare il calcolo della pensione da la possibilità ad ogni persona di avere una visione chiara di quello che sarà il proprio futuro in termini di denaro. Attenzione, perché questa azione non deve essere scambiata per semplice curiosità ma per un dovere, dopo tanti anni di duro lavoro.
Ci sono persone che preferiscono non indagare preventivamente sulla quota, proprio per non avere brutte sorprese: si invita invece a fare il contrario, così da poter ottenere una chiara visione e fare le dovute correzioni – se necessario – per tempo.
Il calcolo simulato della quota pensionistica potrebbe essere differente da quello finale dell’Inps e, per questo motivo muovendosi per tempo, si avrà modo di capire dove la burocrazia si sia arenata. Valutare inoltre tutte le novità che vengono introdotte ogni anno dal Governo italiano, senza farsi trovare impreparati.
I parametri per il calcolo delle pensioni
I parametri che devono essere presi in considerazione, per calcolare le pensioni in anticipo con una simulazione, sono tantissimi e per questo è bene rivolgersi anche ad un professionista del settore.
Le variabili che non possono essere trascurate per avere una visione anticipata della quota è il genere, se maschile o femminile. Infatti le somme per gli uomini sono sempre leggermente più alte e arrivano più tardi rispetto alle donne.
Il secondo aspetto importante sono le aspettative di vita, anche se l’Inps ha comunque impostato un limite di età più o meno uguale per tutti tralasciando le pensioni anticipate che hanno un discorso differente.
Ma non deve mancare anche la categoria ovvero la professione che è stata svolta dal soggetto interessato. Perché questo? Ci sono tantissime variazioni tra un dipendente statale e uno privato, tra un imprenditore e un libero professionista, un commerciante oppure artigiano.
Naturalmente il calcolo non potrà mai essere uguale a quello di un altro anche per i contributi versati, che varieranno la quota finale in maniera imperativa.
Per fare chiarezza i parametri più importanti che devono sempre essere presi in considerazione, sono:
- Genere
- Contributi versati
- Aspettative di vita
- Categoria di professione
- Avanzamento di carriera
- Se ci sono stati o meno periodi di disoccupazione
È altresì naturale che anche l’età possa fare differenza sul calcolo anche in base al tipo di pensione che spetta, se retributiva oppure mista oppure contributiva. Un consiglio è quello di fare un doppio controllo, sia sul sito INPS e poi facendo la sopracitata simulazione del conteggio: questo molto prima di andare definitivamente in pensione, così da avere il tempo di capire eventuali incongruenze.