Al complesso discorso sugli scenari pensionistici e sulla quota 100 introdotto dal governo si aggiungono ora altri suggerimenti, quello del bonus figli per lo sconto contributivo alle donne e quello per i lavori usuranti. Allo studio il bonus figli per le pensioni femminili: si tratta di un bonus che verrebbe corrisposto alle donne che hanno avuto figli, garantendo un anno di sconto sulla pensione per ogni figlio avuto.
L’idea, ad ora, è solo una bozza sulla quale però è stato aperto un dialogo. Come annuncia Adnkronos, è partito un tavolo di confronto sulle pensioni al Ministero del Lavoro, con il sottosegretario Claudio Durigon. La questione previdenziale è al centro della trattativa, soprattutto riguardo ad alcuni possibili emendamenti relativi alla quota 100. Il Governo si è detto disponibile al confronto soprattutto sull’ambito del possibile bonus figli, che garantirebbe alle donne un anno di sconto per la contribuzione per ogni figlio avuto, e anche sulla tematica dell’azzeramento delle finestre di pensionamento per i lavori usuranti.
Si pensa quindi, fra le altre tematiche, anche a quella della pensione anticipata per le donne sulla base del numero di figli. Ora il discorso sembra rimesso solamente all’uscita anticipata con quota cento, ma potrebbe anche allargarsi a tutto l’impianto normativo e tutto l’impianto previdenziale, prevedendo quindi maggiore flessibilità per l’uscita dal mondo del lavoro per le donne che hanno avuto figli.
Sindacati a colloquio con il Governo per le questioni pensionistiche
Il sottosegretario Claudio Durigon ha spiegato anche quali sarebbero i costi di un ipotetico bonus figli applicato al mondo delle pensioni italiane. Il costo stimato è di 500 milioni all’anno per scontare l’anno di contribuzione alle donne, per i lavori gravosi il costo sarebbe di 30 milioni ogni anno. Le aperture del Governo sul fronte delle proposte pensionistiche dei sindacati si potrà valutare solamente a partire dal prossimo incontro, non prima della metà del mese di marzo.
Ora i sindacati attendono news da parte del Governo riguardo alla decisone di accogliere o meno le modifiche alla Quota 100, in relazione ai lavori gravosi ed al Bonus figli per le donne. Per ora sono questi i temi più scottanti sui quali si incentra il dialogo fra l’esecutivo e i sindacati, ma ce ne sono anche altri che i sindacati vogliono proporre, come la questione dell’Ape Social per ampliare la platea dei beneficiari.
Gli scenari in discussione quindi sono bene o male questi, e particolare importanza acquista l’ipotesi dello sconto contributivo alle donne per farle uscire dal mondo del lavoro.
In sostanza, in caso di quota 100, una donna che ha avuto due figli potrebbe vedersi scontare due anni di contribuzione, non dovendone più portare 38 ma 36, a fianco dell’età anagrafica di 62. Ovviamente bisogna valutare i costi di questo tipo di misura, che però potrebbe essere utile a colmare il gap in materia pensionistica fra le donne: il 18% delle donne non riceve alcun tipo di pensione, il 3% degli uomini è nella stessa condizione.