Indennità di disoccupazione Naspi e licenziamento per giusta causa: il dipendente ha diritto all’assegno?
Una delle domande che può frequentemente vengono digitate nei vari motori di ricerca è “con licenziamento per giusta causa si ha diritto alla disoccupazione?” in questo articolo cercheremo di chiarire ogni dubbio o perplessità a riguardo.
La Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione spetta ad ogni lavoratore, in caso di perdita involontaria di lavoro: dunque anche in caso di licenziamento per giusta causa da parte del datore di lavoro.
Questo tipo di licenziamento, infatti, pur essendo la conseguenza di errori o mancanze molto gravi da parte del lavoratore, a tal punto da non permettere la prosecuzione del rapporto lavorativo, viene comunque considerato un fatto che non dipende dalla volontà del soggetto stesso. Non è infatti lui stesso a consegnare le dimissioni o a firmare una risoluzione consensuale del contratto ma, è il datore di lavoro che decide di cessare unilateralmente il contratto lavorativo. L’assegno di disoccupazione per licenziamento con giusta causa risulta comunque essere un diritto del dipendente, nel caso in cui sussistono i requisiti previsti dalla legge.
Naspi: requisiti, durata, importo
È doveroso sottolineare che i requisiti necessari per ottenere la Naspi sono:
– un minimo di 13 settimane di contributi durante gli ultimi 4 anni. Escluse quelle che hanno dato già luogo ad altre forme di sostegno del reddito come la vecchia Aspi, mini Aspi e mobilità;
– un minimo di 30 giornate effettive di lavoro durante l’anno
Il lavoratore percepirà un assegno di disoccupazione per licenziamento per giusta causa per un periodo pari alla metà delle settimane contribuite nei precedenti 4 anni: questo significa che chi ha lavorato ininterrottamente negli ultimi 4 anni, ha diritto a 2 di disoccupazione.
A prescindere che si tratti di licenziamento per giusta causa, giustificato motivo soggettivo oppure giustificato motivo oggettivo, per motivi economici o altro ancora, comunque l’ammontare della Naspi è pari al 75% dell’imponibile medio mensile percepito dal dipendente nei ultimi 4 anni.