Come aprire un frantoio oleario

Frantoio

Sempre più persone in Italia fanno uso di olio, e con la riscoperta dei sapori genuini di un tempo, la qualità dell’olio extravergine di oliva è davvero importante. Se si vuole cominciare a fare affari in questa attività, allora bisogna aprire un frantoio.

Ma che cosa serve per aprire un frantoio? Che tipo di adempimenti bisogna sostenere?

Innanzitutto, bisogna scegliere dove aprire il proprio frantoio. La scelta dipende anche dalla zona dove si vuole aprire l’attività, quindi il terreno dove si vuole ospitare la coltivazione. In generale i terreni più predisposti sono quelli del centro e del sud Italia, in quanto sono più assolati e quindi più adatti alla crescita di coltivazioni.

Quanto costa aprire il frantoio?

Ovviamente bisogna avere a disposizione una certa cifra di denaro per poter fare un investimento. Bisogna ricordare che per comprare un mini frantoio, che in genere lavorano dai 50 agli 80 kg ogni ora, bisogna spendere dai 5mila ai 10mila euro.

Invece per un frantoio leggermente più grande ma che produca di più (dai 100 ai 250 kg all’ora) allora è necessario spendere anche 20mila euro. Ovviamente più si sale, più il frantoio costerà: così un modello professionale che lavora 500 kg di olive all’ora può costare anche ben 100mila euro.

Ma non è solo il costo del frantoio ad essere in discussione: perché oltre ai macchinari, bisogna anche pagare le utenze, l’occorrente per la cura delle piante, il terreno, e affrontare le spese di apertura e quelle inerenti all’esercizio dell’attività. In genere i terreni più predisposti e meno costosi sono quelli al Meridione.

In tutto, l’apertura di un mini frantoio può costare decine di migliaia di euro, e l’apertura di un frantoio aziendale, anche 200mila euro, a seconda anche della grandezza e delle utenze, nonché del numero di impiegati che sono coinvolti.
Si può anche controllare se la propria Regione offre finanziamenti a fondo perduto per l’imprenditoria giovanile o femminile, e quindi guardarsi intorno per sapere se ci sono prestiti o agevolazioni prima di aprire l’attività.

Cosa sapere prima di aprire il frantoio

Prima di cominciare l’attività, è necessario non essere stati dichiarati falliti o interdetti.
Quindi, una volta che si abbia scelto il terreno o trovato il locale adatto (se non si vuol far costruire il frantoio da zero) bisogna controllare se il locale ha tutti i requisiti che la legge richiede per l’apertura del frantoio. Competente in materia è la ASL locale che ha regolamenti diversi da regione a regione, e che bisogna consultare con attenzione. Se non si rispettano le norme infatti viene negata l’apertura dell’attività.

Se il locale non è adatto, è necessario finanziare anche gli interventi e l’adeguamento.
Una volta che si abbia il permesso, bisogna creare un progetto e inviare la domanda di apertura al Comune.

Per sapere se il Comune dove vuoi aprire l’attività ha delle regole particolari devi leggere il Regolamento Comunale: lo stesso dicasi per conoscere bene le modalità di smaltimento dei rifiuti.
Inoltre, prima di dare il via al frantoio bisogna anche adempiere una serie di altre attività, come l’apertura e la comunicazione della Partita IVA, l’iscrizione al registro delle imprese. Bisogna avere il certificato dell’ASL, iscriversi ai fini pensionistici all’INPS ed all’INAIL, per poter esporre l’insegna bisogna pagare la tassa ed ottenere il permesso. Infine bisogna comunicare al Comune l’inizio dell’attività e poi si può dare il via al proprio frantoio personale!

Come per ogni azienda, anche il frantoio per funzionare deve avere il suo business plan. Bisogna quindi consultarsi con degli esperti per impostare al meglio l’attività imprenditoriale prima di cominciarla, in modo da non andare incontro a delle perdite.
Bisogna calcolare bene come investire i soldi, in modo che il progetto possa partire a gonfie vele.