Al giorno d’oggi qualsiasi azienda è dotata di un sito web. Escludendo il caso particolare degli e-commerce, che utilizzano il web per vendere i propri prodotti, i siti aziendali sono per lo più siti vetrina, una versione aggiornata delle brochure e dei bigliettini da visita per presentarsi ai propri clienti.
Tuttavia, non è sufficiente realizzare un sito web per rendersi visibili ai nuovi clienti e intercettare, dunque, nuove opportunità. Uno degli errori che si fa più spesso in questo ambito è infatti confondere indicizzazione e posizionamento. Ne parliamo oggi con Alessia Martalò, consulente SEO a Milano (qui potete trovare tutti i suoi riferimenti https://www.alessiamartalo.it/consulente-seo-milano/) , e specializzata in ottimizzazione e posizionamento organico.
Dunque, qual è la differenza tra indicizzazione e posizionamento?
Banalmente l’indicizzazione è la raggiungibilità, il posizionamento è invece la visibilità. Google passa in rassegna ogni sito web e li aggiunge tutti al proprio database. Quando l’utente effettua una ricerca, tramite algoritmi molto complessi, il motore di ricerca è in grado di presentare i risultati più pertinenti. Non basta però essere indicizzati su Google per poter essere realmente visibili. È necessario che il proprio sito web sia ben posizionato – idealmente in prima pagina – rispetto alle chiavi di ricerca più utilizzate in quel settore.
Cosa si intende per chiave di ricerca?
La chiave di ricerca è una query, una porzione di testo più o meno lunga che l’utente digita nel motore di ricerca. Il processo di individuazione delle migliori parole chiave da adoperare per l’ottimizzazione del proprio sito web è lungo e complesso e occorre tenere conto di diversi fattori.
Semplificando possiamo dire che è opportuno posizionare un sito web relativamente ai termini di ricerca più utilizzati dai potenziali clienti di quel prodotto/servizio. Un esempio? Se offro servizi di sgombero cantine alcune delle chiavi che potrei scegliere sono ‘sgombero cantine costo’, ‘sgombero cantine Milano’, ‘svuota cantine’ e così via.
Tutto chiaro. Ma in pratica cosa fa un consulente SEO? Quali sono gli step necessari per l’ottimizzazione e il posizionamento?
Innanzitutto occorre studiare attentamente il settore di attività, i competitor (prendendo spunto dalle strategie vincenti altrui e cercando di non ripetere gli stessi errori) e, come abbiamo visto, le parole chiave più utilizzate. Una volta analizzato il tutto, è possibile procedere con l’ottimizzazione del sito e dei suoi contenuti. Molto importante è l’attività di copywriting perché scrivere buoni contenuti è fondamentale per ottenere una buona visibilità.
Quali sono gli strumenti imprescindibili?
Un’azienda dovrebbe sempre utilizzare Google My Business, a maggior ragione se si tratta di un’attività locale. Tra gli strumenti Google consiglio anche Analytics e Search Console, per il monitoraggio, e Page Speed Insights per valutare la velocità del sito.
Da un punto di vista più ampio e tornando un attimo alla strategia SEO, il web marketing offre numerosi strumenti per incrementare il traffico e le conversioni. Tra i tanti, la possibilità di pubblicare annunci sponsorizzati (per esempio con Google Ads o Facebook Ads), la realizzazione di newsletter promozionali, la promozione attraverso digital PR e comunicati stampa. Tutto sta a trovare lo strumento ideale.
Un’ultima domanda: investire sui social può aiutare? Se sì, in che modo?
Lo scopo è sempre quello di intercettare il pubblico di riferimento, il proprio target. Non si può dunque generalizzare, ma occorre studiare attentamente il settore per comprendere quali strumenti adoperano i potenziali clienti. Per farlo può essere utile svolgere dei test, per esempio tramite Google Ads per capire quali sono le chiavi che effettivamente convertono meglio. Insomma, ogni settore è una sfida a sé. Vale la pena rivolgersi ad un bravo consulente SEO per individuare la migliore strategia.