Si sente spesso parlare di Irpef e di addizionali Irpef, per questo è bene sapere che cosa significano questi termini quando vi si incorre.
L’Irpef consiste nella tassa sui redditi delle persone fisiche, cioè un’imposta per tutti coloro che producono reddito, sia esso da lavoro autonomo, dipendente, o derivi dal possesso di fabbricati e terreni, titoli, e via dicendo.
L’Irpef segue un’aliquota per scaglioni ed è anche una fonte di interesse per i comuni e per le regioni. Le quali, per mezzo di un meccanismo che ora vedremo chiamarsi addizionali, riescono a ritagliare per loro una piccola parte di questi tributi, che poi destinano alle necessità del territorio.
Le Regioni ed i Comuni, quindi, hanno il diritto di richiedere una parte di quest’imposta in più ai loro cittadini, rispetto a quella già versata da essa con l’Irpef. Le addizionali Irpef sono, insomma, un’imposta proporzionale al reddito e l’aliquota va da zero fino ad un massimo, la cui definizione è discrezionalità della legge Statale.
Dentro questo intervallo fissato dallo Stato, Regioni e Comuni possono imporre il loro balzello ai residenti: e quanto bisogna versare, cioè a quanto corrisponda l’addizionale Irpef, dipende in buona sostanza solamente da dove si vive. Ci sono delle Regioni e dei Comuni che chiedono davvero poco, altri invece che richiedono delle somme di denaro importanti, vale a dire il massimo dell’aliquota.
Di fatto, si tratta di una tassa piccola e che non viene spesso notata dai cittadini, in quanto è ‘spalmata’ nell’imposta Irpef. Ma basta pensare che questa addizionale è salita del +59% negli ultimi dieci anni e che è pesata per un totale di 12 miliardi sui contribuenti (secondo i dati Confprofessioni) per farsi un’idea.
Addizionale regionale Irpef
Recentemente quattro regioni, che sono Lazio, Liguria, Emilia Romagna e Piemonte hanno deciso di cambiare in maniera intensa l’aliquota ponendo un maggiore prelievo a carico dei cittadini che hanno redditi superiori a 35mila euro lordi ogni anno. In Emilia Romagna il reddito oltre il quale viene applicata la massima aliquota è di 40mila euro, sotto i quali l’addizionale Irpef diminuisce e sopra i quali invece aumenta rispetto all’anno prima.
Queste regioni hanno contestualmente disposto che tutti i cittadini che si trovano sotto questa cifra di reddito lordo annuo non debbano più pagare nulla, oppure che le addizionali Irpef regionali a loro carico siano notevolmente diminuite.
Aliquote delle addizionali Irpef
I cittadini possono trovare le addizionali Irpef direttamente in busta paga, nel loro cedolino mensile. Abbiamo visto perché ogni persona, a seconda del luogo dove vive, può vedersi recapitare – a parità di reddito – un’addizionale diversa: questo dipende sostanzialmente da dove si vive, in quanto ogni regione e ogni comune può applicare – fra lo zero e l’aliquota massima imposta dallo stato – un’addizionale Irpef diversa,
Bisogna anche sapere che la regione può aumentare le addizionali, soprattutto se non ha raggiunto gli obiettivi di bilancio. Prima dell’aumento delle addizionali Irpef la regione deve comunicarlo ai cittadini con un provvedimento comunicato in gazzetta ufficiale entro il 31 dicembre dell’anno prima dell’aumento.
Se volete capire quale aliquota è stata applicata al vostro reddito complessivo, dovete andare sul sito ufficiale della regione e vedere qual è quella stabilita per l’anno corrente. Ogni regione può aumentare l’aliquota delle addizionali Irpef fino all’1,40%, tranne il caso delle regioni che non hanno raggiunto l’equilibrio di bilanci che possono aumentare di più.
L’aliquota dell’addizionale comunale viene invece fissata entro il 15 dicembre di ogni anno in misura fissa. Ogni comune può scegliere di quanto è, massimo dello 0,8% al quale si può sommare un ulteriore 0,30% laddove il comune non abbia rispettato il patto di stabilità degli enti locali.