Acqua del rubinetto – normale o filtrata – o in bottiglia? L’eterno dilemma in una terra ricca d’acqua buona da bere.

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Partiamo da un dato importante. L’Italia è al terzo posto, dopo Messico e Thailandia, per consumo di acqua in bottiglia.

In Italia, tuttavia, la qualità dell’acqua è al quinto posto in Europa. Infatti, solo Austria, seguita nell’ordine da Svezia, Irlanda e Ungheria, hanno un’acqua migliore di quella dello stivale.

In Italia circa l’85% delle fonti è sotterranee, indice di maggiore qualità rispetto alle acque che scorrono in superficie.

Quindi acqua buona da bere, che arriva direttamente nei rubinetti della maggior parte delle case.

“L’acqua del rubinetto può essere bevuta tranquillamente.” spiega Vito Felice Uricchio, direttore dell’istituto del Cnr che si occupa dell’acqua, l’Irsa “Esistono molti controlli negli acquedotti ed i limiti di legge per le sostanze disciolte sono molto più rigidi rispetto alle acque minerali.”

C’è da considerare che, l’Unione Europea ha iniziato una campagna molto forte per sensibilizzare le persone sull’utilizzo dell’acqua in bottiglia e con l’obiettivo di ridurre il consumo di plastica del 17% (“Opening remarks of First Vice-President Timmermans and Commissioner Vella at the Press Conference on the Revision of the EU Drinking Water Directive” del 1 febbraio 2018).

Secondo Timmermans, vice-presidente della Commissione Europea, la maggior fiducia dei cittadini verso le acque del rubinetto potrebbe portare ad una sostanziale riduzione del consumo di acqua in bottiglia garantendo una riduzione nel consumo di plastica che ogni anno inquina i mari di tutto il mondo.

Quindi, la ricetta dell’Unione Europea prevede, tra le altre misure, un maggior numero di fontane pubbliche e acqua del rubinetto gratis per i clienti nei locali pubblici

Eppure, una famiglia su tre non si fida dell’acqua del proprio rubinetto.

Secondo l’European Federation of Bottled Waters l’Italia è al primo posto in Europa per consumo di acqua in bottiglia con 188 litri pro capite. Segue la Germania con 177 litri pro capite e a molta distanza tutti gli altri Paesi. La media europea si ferma a 109 litri pro capite.

Quali sono le regioni Italiane dove si consuma più acqua in bottiglia?

Secondo i dati Istat presentati in occasione della giornata mondiale dell’acqua del 2017 la sfiducia sul consumo di acqua del rubinetto è più elevata nel sud Italia, come dimostra il  63% in Sardegna, il 57% in Sicilia, il 46,5% in Calabria e il 35,1% in Molise.

Il Nord Italia si conferma, invece, più fiduciosa anche se mediamente, in Italia, una famiglia su tre (29,9%) preferisce non consumare acqua del rubinetto preferendo quella in bottiglia.

Non a caso, infatti, il business dell’acqua in bottiglia in Italia ha raggiunto un giro d’affari di 2,7 miliardi di euro.

Dall’acquedotto a casa: piccoli accorgimenti per migliorare la qualità grazie ai filtri per l’acqua a carboni attivi.

L’acqua del rubinetto è buona da bere e soprattutto sicura. Eppure, per migliorarne il sapore e la qualità esistono dei sistemi domestici che ognuno di noi potrebbe utilizzare. I sistemi per filtrare l’acqua sono molteplici.

Le acque che vengono trattate negli acquedotti spesso non hanno bisogno di grandi trattamenti; qualche volta però può capitare di notare un certo sapore ed odore di cloro – dato proprio dal trattamento effettuato a monte dei nostri impianti – che porta a valutare l’acquisto di un filtro per l’acqua da installare nell’impianto domestico.

Per eliminare il cloro un rimedio efficace è senza dubbio l’utilizzo di filtri per l’acqua a carboni attivi da installare sotto il lavello: nulla di complicato, ma un rimedio decisamente efficace. Chiunque abbia un po’ di manualità può facilmente installare un filtro sotto il lavello. In commercio, infatti, esistono dei kit per l’installazione di filtri completi di tutti i raccordi necessari per far funzionare il sistema in maniera corretta.

Questo genere di filtri hanno una doppia funzione: se da un lato trattengono il cloro rendendo l’acqua più buona, dall’altra, grazie a livelli di filtrazione che vanno dai 0,1 micron a i 5 micron, trattengono impurità e materiale in sospensione che possono essere presenti nelle tubature. Non solo un impatto sul “sapore” dell’acqua, quindi, ma anche una migliore pulizia di ciò che si beve.

Se, invece, l’acqua presenta alcuni parametri fuori dai limiti esistono dei filtri adatti in grado di  farli tornare in linea con quelli previsti dalle normative vigenti. Arsenico, Nitrati e calcare sono solo alcune delle sostanze che possono essere ridotte grazie all’installazione di un adeguato sistema sotto il lavello di casa.

Quindi, concludendo, l’acqua del rubinetto è spesso la soluzione migliore rispetto all’acqua in bottiglia sia in termini economici – si risparmia una notevole somma annuale per famiglia – sia in termini di rispetto dell’ambiente riducendo la plastica prodotta e consumata. Se si vuole essere ancora più certi della salubrità propria scelta, è sufficiente utilizzare i filtri per acqua a carboni attivi appropriati.