Continuano a restare ai minimi storici i tassi di interesse sui mutui casa in Italia, così come confermato dall’ultimo rapporto mensile dell’Abi: per la precisione, il documento dell’associazione rivela che il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,66 per cento, mentre quello medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni risulta pari a 1,85 per cento.
Il contesto dei mutui in Italia. Questo significa, in assoluto, che è ancora una situazione favorevole per chi ha intenzione di comprare casa, perché può beneficiare di un contesto finanziario positivo a cui si aggiunge, non va dimenticato, anche un quadro normativo che offre maggiori garanzie e tutele per le persone, a cominciare dalla norme relative al sovraindebitamento, su cui si sofferma anche lo studio legale online di avvocatoaccanto.com dalle pagine del suo sito.
Le misure anti crisi. A regolare questa delicata questione è la legge n. 3/2012, entrata in vigore agli inizi del 2012 e introdotta dal Legislatore italiano per cercare di porre un freno a un fenomeno devastante e tragico, sia per i connotati economici che per quelli sociali, ovvero il fallimento del consumatore. Ribattezzata dalla stampa “legge salva casa” o “legge anti suicidi”, questo provvedimento prende come riferimento altri modelli similari presenti in Europa, alle prese con gli stessi problemi “tipici” dei Paesi industrializzati colpiti dalla crisi economica, offrendo dunque una sorta di protezione a chi accende un mutuo e non solo.
Tutela per i consumatori. La novità della norma è l’introduzione del riconoscimento ai soggetti non fallibili della possibilità dell’esdebitazione, ovvero – per dirla con parole “giurisprudenziali” – la liberazione per il consumatore, ma anche il piccolo imprenditore/artigiano, l’associazione o la fondazione, dai debiti che non hanno potuto estinguere nel corso della procedura fallimentare, a condizione che questi abbia tenuto un comportamento corretto e collaborativo nel corso dell’intera procedura”.
Una legge protettiva. Per effettuare richiesta di accesso a una delle procedure “anti crisi da sovraindebitamento”, l’interessato deve dimostrare di possedere requisiti di natura soggettiva e oggettiva; nel primo ambito rientrano le caratteristiche dei “soggetti non fallibili”, che sono, in estrema sintesi, persone fisiche che non svolgono attività professionale o imprenditoriale ed enti e imprese esclusi dalle previsioni della Legge Fallimentare. Sul piano oggettivo, invece, si intende per sovraindebitamento “la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente”.
18 anni per restituire il finanziamento. Altrettanto importante è che il soggetto, nei precedenti tre anni, non deve aver fatto ricorso alla procedura di composizione della crisi. Una norma utile e in molti casi salvifica, soprattutto se si considera un elemento che emerge da una ricerca dell’Osservatorio sui finanziamento di Facile.it e Mutui.it, che hanno calcolato che alle famiglie italiane occorrono in media 17 anni e 10 mesi per restituire il finanziamento che hanno acceso, al netto degli interessi, verso il quale destinato quasi un quarto del proprio reddito annuale.