L’età per andare in pensione è uno degli argomenti più caldi in assoluto. Infatti di anno in anno sembra di assistere ad uno slittamento – sempre più avanti – dell’età utile della pensione.
La legge di stabilità 2017 ha introdotto ancora altre novità per quanto concerne l’età pensionistica, ed ha stanziato 27 miliardi di euro a questo scopo.
Vediamo in cosa consistono queste novità.
Innanzitutto la legge di stabilità ha introdotto la possibilità di anticipazione della pensione fino a massimo di tre anni e sette mesi rispetto all’età ‘normale’ per dire addio al lavoro.
Stiamo parlando di un nuovo istituto che si chiama APE, un anticipo pensionistico possibile per i lavoratori che presentino alcuni requisiti. L’istituto sperimentale sarà attivo da maggio 2017 fino al 2018.
Possono accedere all’APE i lavoratori di età di almeno 63 anni, che siano nati fra il 1951 ed il 1954, e potranno accedere – come già anticipato – ad un anticipo di pensione fino a 3 anni e 7 mesi. I lavoratori potranno richiedere un prestito per l’anticipo della pensione, il quale verrà erogato dall’INPS per mezzo di assicurazioni e banche, per coprire quel periodo che manca alla pensione vera e propria.
La somma che i lavoratori prelevano come anticipo per la pensione verrà restituita, quando essi giungeranno alla pensione di vecchiaia, nei 20 anni a venire con rate con interessi, pari al 5% della pensione annuale. Il lavoratore dovrà anche, prima di accedere all’APE, aprire una polizza assicurativa sulla vita per coprire il rischio di morte prima dell’estinzione del debito.
L’APE può essere richiesto presentando la domanda di prestito per anticipo pensionistico all’INPS, il quale poi sarà il mezzo di tramite fra il lavoratore e l’ente che anticipa la somma richiesta.
La pensione di vecchiaia nel 2017
La pensione di vecchiaia spetta a tutti i lavoratori assicurati con previdenza obbligatoria e con età contributiva di 20 anni minimo.
Indipendentemente dall’accesso o meno all’APE, per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2017 sarà necessario avere i seguenti requisiti di età:
- 66 anni e 7 mesi per uomini del settore pubblico o privato e per le donne del settore pubblico;
- 65 anni e 7 mesi per donne del settore privato;
- 66 anni e un mese per le lavoratrici autonome.
Dal 2018 la riforma Fornero invece prevede un’unica età per andare in pensione che è di 66 anni e 7 mesi.
La pensione di anzianità invece è accessibile a prescindere dall’età. Il requisito contributivo è però molto alto, alzato dalla riforma Fornero, e sono:
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, sia nel pubblico che nel privato, con almeno 35 anni di contribuzione effettiva.
La pensione per lavoratori di lavori usuranti
Norme diverse sono invece predisposte per i lavoratori che abbiano svolto lavori usuranti, i quali sono per esempio addetti a catena di montaggi, turni, lavori notturni, conducenti di mezzi pubblici, miniere, cave, settore vetro e amianto e via dicendo.
Nel loro caso, la possibilità di pensione dal 1 gennaio del 2016 è di:
- 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età;
- 35 anni minimi di contributi e età minima di 61 anni e 7 mesi.
Il primo giorno successivo alla maturazione dei requisiti, potrà essere il primo giorno di pensione per questi lavoratori.
Adeguamento alla speranza di vita
Un elemento fondamentale per la pensione è il c.d. adeguamento alla speranza di vita, introdotto dalla riforma Fornero sulla base dell’innalzamento dell’età della vita che comporta costi più elevati per il pagamento della pensione.
Quindi l’ISTAT sulla base dell’analisi della speranza di vita, di anno in anno, può aumentare l’età minima per poter andare in pensione.
Queste sono solo alcune delle vie per andare in pensione, ognuna richiede dei requisiti di pensionamento diversi che possono subire modifiche di anno in anno. Non sempre è facile individuare quella più affine alle proprie esigenze e al proprio profilo. Per rispondere con maggiore precisione alla domanda “quando vado in pensione” è necessario prendere in considerazione diverse variabili, tra le quali la propria età, la data di inizio dell’attività lavorativa, la propria professione e la gestione previdenziale di appartenenza. Solo così sarà possibile individuare con precisione a quale, delle diverse vie alternative per andare in pensione è possibile accedere.