Negli ultimi anni si sente sempre di più parlare di “brand awarness”. Ma di che cosa si tratta, a che si fa riferimento con questo termine?
La “brand awarness” altro no è che la notorietà della marca, o meglio, con questo termine si fa riferimento sia alla celebrità del marchio, sia a come esso viene percepito dal punto di vista qualitativo, quindi alla sua immagine (in quest’ultimo caso si parla, in modo più preciso, di brand reputation, quindi della reputazione che un certo marchio ha dal punto di vista qualitativo e professionale). Dalla brand awarness si misura anche la notorietà di un’azienda, perché esso significa che il solo marchio rende immediatamente riconoscibile l’azienda all’utente: in poche parole, esso è famoso, l’azienda collegata al marchio è immediatamente riconoscibile.
Ovviamente aumentare i brand awarness è uno degli obiettivi principali di chi si occupa di web marketing perché l’aumento della notorietà è ciò a cui qualsiasi azienda punta.
Per migliorare la visibilità del proprio brand rivolgendosi ad esperti del settore: bisogna infatti lavorare in modo costante, professionale, sfruttando le proprie conoscenze del settore. Non basta la semplice pubblicità per farsi conoscere e riconoscere, serve un complesso di tecniche affinate che solamente un esperto può garantire.
Ecco di seguito qualche consiglio dai nostri esperti sulle migliori strategie per aumentare la brand awarness.
La piramide di Aaker
Quando si parla di brand awarness, il tema che si accompagna al discorso è quello della piramide di Aaker. David Aaker ha predisposto una classificazione grazie alla quale è possibile vedere a che punto si è con il proprio business. Si parte, idealmente, dalla base della piramide, ovvero la “assenza di conoscenza”. Si tratta della partenza: a questo livello nessuno conosce il marchio, i potenziali clienti non hanno neppure idea della sua esistenza. Il lavoro, quindi, è tutto ancora da predisporre.
Grazie al lavoro ed all’impegno, si può passare al secondo step, quello della conoscenza superficiale. In questo caso solamente alcuni clienti conoscono il marchio e l’azienda, ma almeno si è fatto il primo passo fuori dal totale anonimato.
Il terzo step è quello della conoscenza forte: in questo stadio il marchio è ben conosciuto da una certa gamma di utenti che cerca un servizio. L’ultimo stadio è quello della conoscenza totale, il marchio è famoso, la brand awarness è stata finalmente raggiunta. Per misurare la brand awarness bisogna usare gli strumenti dei professionisti, come Google Analytics e Insight di Facebook.
Migliorare la brand awarness
Migliorare la brand awarness non è affatto una missione impossibile ma bisogna impegnarsi e mettersi in gioco.
Il primo passo per avere una buona brand awarness è creare un logo che sia facilmente riconoscibile, semplice, unico, dal punto di vista dei caratteri e dei colori. Bisogna quindi fare in modo di raccontare la storia del marchio: il pubblico lo riconosce se lo associa a determinate emozioni, storie, ad un percorso. Ecco perché è molto importante creare una pagina ad hoc sul sito dove spiegare chi si è, cosa si fa, come lo si fa, i propri valori e la propria storia.
Infine, bisogna fare blogging al meglio per cercare di far conoscere il marchio, sempre tenendo conto dei valori fondamentali dello stesso.
Rivolgersi agli esperti è la prima cosa da fare per predisporre un piano per pubblicizzarsi e per sfruttare le keyword per farsi conoscere sui social e su Google, associati ad un certo prodotto o servizio.
Ottimizzare il sito web, quindi, è assai importante anche per una questione di brand awarness: più è facile trovare il proprio sito, più i clienti collegheranno ad un certo simbolo/logo un servizio e di conseguenza la brand awarness non potrà che aumentare.